sabato 6 dicembre 2014

W.D.C sotto traccia - Capitolo 13

Il ‘maestro venerabile’ Gaetano Olderisi con un colpo di maglietto richiamò l’attenzione dei fratelli che affollavano il piccolo tempio dello Scottish Rite Center. “Fratelli, aiutatemi ad aprire la Loggia”. Disse e iniziò a recitare il rituale Emulation tradotto in italiano. Gaetano Olderisi era il maestro venerabile della Loggia Garibaldi. Un dialogo a memoria con il primo e secondo sorvegliante, con il copritore interno e con quello esterno. Aperta l’officina nel Primo Grado di Apprendista, il maestro venerabile Olderisi chiese al segretario che sedeva alla sua sinistra se aveva comunicazioni da fare. Il segretario Oreste Balducci si alzò, facendo il segno di saluto e disse: “Worshipful Master, abbiamo due petizioni di aspiranti candidati con allegati i rapporti della commissione di inchiesta. Ma si rende necessario che la Loggia esamini e discuta il problema della mancata o insufficiente presenza dei Fratelli ai nostri lavori”. Il maestro venerabile Olderisi sospirò. E cominciò a parlare:
“Fratelli carissimi. Questo è un tema per noi delicato. Ma è arrivato il momento di prendere una decisione nell’interesse della nostra Officina che ha ormai superato felicemente il decennale dalla sua fondazione. La preoccupazione dei Gran Maestri che si sono alternati annualmente alla guida della nostra Grand Lodge è stata ed è quella di evitare che vi potessero essere infiltrazioni spurie all’interno delle Logge bilingue che caratterizzano da circa venti anni la vita massonica nella Capitale degli Stati Uniti. Con il Consiglio delle Luci che riunisce il primo e secondo sorvegliante e il segretario, abbiamo deciso di operare uno screening molto accurato della nostra lista di appartenenza. Abbiamo diversi fratelli, la maggior parte dei quali residenti in Italia che dopo avere passato i gradi di Apprendista, Compagno d’arte e Maestro Massone, sono spariti nel nulla. Parliamoci chiaro, carissimi Fratelli: molti di questi membri della nostra Loggia dimostrano con il loro comportamento che il loro interesse nei confronti della Massoneria era motivato solo dalla volontà di potere esibire in qualche ‘officina’ la tessera di appartenenza alla nostra Loggia. Non rispondono alle nostre sollecitazioni, non confermano o meno i loro indirizzi, non proseguono il loro iter massonico in qualche altra loggia come invece avviene per molti altri Fratelli. Apro la discussione su questo tema”. A turno i fratelli massoni alzarono la mano. Dapprima con una certa riluttanza, poi riscaldandosi e magari chiedendo più volte la parola. Il maestro venerabile Olderisi cercò di gestire la discussione entro i binari della tolleranza reciproca. Il worshipful master Olderisi ascoltò con attenzione. Cercò di moderare i toni troppo enfatizzati ricordando che in Loggia si deve dialogare nel reciproco rispetto.
Dopo alcune ulteriori comunicazioni amministrative che il segretario portò a conoscenza dei fratelli, il maestro Venerabile iniziò il rituale di chiusura della Loggia e con un colpo di maglietto mandò tutti a casa. La decisione l’avrebbe presa in autonomia. Perché va bene stare a sentire il parere di tutti. Ma poi chi decide è il capo della Loggia che ha piena autorità su tutto e tutti. Anche se molte delle osservazioni che erano state fatte durante la discussione in Loggia erano motivate dal buon senso. In effetti la Massoneria stava vivendo le stesse problematiche delle altre associazioni organizzate. Come il Rotary per esempio, sebbene non vi fosse alcuna colleganza tra le due istituzioni. “In poche parole – pensava Olderisi – se non offriamo motivi di interesse a chi entra il risultato finale sarà sempre di più un’emorragia di iscritti. “Non abbiamo ‘appeal’ e questo lo si paga”. “Nei lavori di Loggia in tutto il mondo è vietato parlare di politica e religione. Ma la vita è fatta di politica e anche di conflitti religiosi. Tutto è politica. Dall’inquinamento atmosferico al riscaldamento globale. Dall’accentuata carenza di acqua, alle energie, dagli scontri di culture, al caos finanziario mondiale, dalla droga all’educazione dei giovani. Tutto è politica.” rifletteva il maestro venerabile della Loggia Garibaldi. “E noi pretendiamo di tenere fuori dalle logge il mondo profano per salvaguardare la tranquillità e la sopravvivenza dei lavori delle nostre ‘officine’. Questo è un principio sano, diceva fra sé Gaetano Olderisi, ma non possiamo considerarlo come uno schermo per ignorare quello che accade intorno a noi. George Washington e i Padri Fondatori erano massoni, sapevano dove dovevano andare, erano dei visionari e la loro visione del futuro sembrava un’ipotesi impossibile. A cominciare dalla lotta contro l’impero più potente del momento. Eppure ci sono riusciti. E quelli che hanno fatto il Risorgimento in Italia… sia i grandi che i piccoli nomi… erano fratelli ma vivevano nella politica, avevano un progetto ed era quello di unificare l’Italia lottando contro i regimi totalitari. Tanti sono caduti ma alla fine lo sforzo di quei fratelli è stato coronato di successo. Insomma: non bisogna fare politica partigiana in Loggia. Ma trattare argomenti che hanno una rilevanza politica e che ci mordono tutti i giorni, bene: di questo si dovrebbe parlare per interessare i giovani e dare loro uno stimolo a operare correttamente nel mondo civile e profano. Dobbiamo attirare quei fratelli, soprattutto quelli che hanno talenti, che non vengono alle nostre tornate perché le considerano una perdita di tempo”.

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