Il Falcon atterrò all’aeroporto internazionale General Juan N. Alvarez e si diresse verso l’area dell’aviazione civile dove molti altri jet privati erano parcheggiati. Un SUV nero stava aspettando sulla pista. Si trattava di uno di quei mostri che escono dalle elaborazioni fatte da alcune aziende americane che blindano le vetture per i VIP. Vetri antiproiettile, lamine di rinforzo in acciaio temperato, teflon nelle portiere, pneumatici ad alta resistenza, impianto frenante raddoppiato e superturbo nel motore. Prezzo dopo il ‘trattamento’ paragonabile a quello di una Ferrari. Corso di guida per l’autista in un centro speciale gestito dalla stessa azienda che opera la blindatura. Materie trattate: come riuscire a superare senza danni un agguato stradale fatto con comparse che sparano raffiche a salve con i mitra, tecnica dello slalom con un veicolo molto pesante. Clienti delle fabbriche americane specializzate nella conversione delle auto: politici, imprenditori e anche narcotrafficanti. Figure professionali queste che spesso coincidono con la stessa persona. L’onorevole Edmundo Gutierrez scese velocemente la scaletta dell’aereo e si infilò nel SUV nero, stringendo al petto una borsa di cuoio. “Piccola, come stai?” disse sottovoce parlando su uno dei cellulari. “Oh, Edmundo, sei tornato. Sto molto meglio. Disturbi di noi donne. Sono felice che sei di nuovo qui”. “Te la senti di cenare? Ma non voglio costringerti a farmi compagnia se sei indisposta, amore mio”. Olivia rassicurò l’onorevole Gutierrez. Il tempo per Edmundo di fare una doccia e un po’ di relax. Si sarebbero trovati nella saletta riservata del Quetzalcoal alle 9. Olivia indossava un abito lungo di Balenciaga che ne metteva in risalto le splendide forme. Ampio dècolletè che copriva a malapena i capezzoli del seno generoso e pieno. Schiena nuda oltre la vita e tanga d’ordinanza per mettere in risalto il perfetto punto B. Si avvicinò a Gutierrez che già aveva preso posto a un tavolo riservato del noto e raffinato ristorante e lo baciò su una guancia. Poi prese posto di fronte a lui che le sorrideva con un’espressione estasiata per tanta immagine di bellezza. “Ho ordinato anche per te un cocktail di gamberoni. Spero vada bene. Poi proseguiremo con un filetto di cernia appena pescata”. Olivia ricambiò il sorriso reso ancora più accattivante da due fossette ai lati della bocca. “Come è andata la tua visita a Mexico City, se non ti chiedo troppo?”, chiese mentre impugnava il primo flute di champagne Veuve Cliquot brut millesimato. Edmundo Gutierrez toccò con il suo bicchiere quello di Olivia. “Con te non ho assolutamente segreti, amore mio. Soprattutto l’incontro col Presidente a quattrocchi, credo sia stato molto positivo. Vedi: lui ora ha bisogno di avere uno come me al suo fianco, dopo tante esperienze negative fatte con gli avventurieri del partito che finalmente hanno mostrato il vero volto. Il Presidente ha bisogno di poche persone di cui fidarsi. E me lo ha detto con espressioni di grande affetto. Poi siamo passati a esaminare in prospettiva gli anni che mancano alla scadenza del suo mandato che, come sai, qui in Mexico non può essere rinnovato. Al contrario di quanto succede negli Stati Uniti e in altri paesi”. Un sorso di champagne prima di affrontare un gambero. “Sono felice di sentirti dire questo. Finalmente il Presidente si rende conto di quanto sia importante avere al suo fianco una persona meravigliosa come te. E, soprattutto, di grande esperienza”. Edmundo Gutierrez fissò il viso di Olivia, i suoi occhi verdi che sembravano cambiare colore a seconda del suo umore. “Dio, quanto sei bella!”, disse. “Raccontami della tua giornata. Che hai fatto?”. “Nulla di particolare. Ho passato qualche ora ai bordi della piscina, quella grande. Poi sono andata sulla spiaggia e ho camminato a lungo. Avresti dovuto vedere che onde c’erano. Bisogna stare molto attenti perché all’improvviso ne arriva una alta e si corre il rischio di essere trascinati nell’oceano. Poi sono rientrata e dopo la doccia mi sono messa a leggere”. “Che stai leggendo, piccola?”. “Topo mio non ridere: sto leggendo il Corano. Perché voglio capire la ragione per cui quasi due miliardi di persone nel mondo sono musulmani. Anche se il Profeta è venuto a predicare 600 anni dopo Cristo”. “Mi fa molto piacere che tu cerchi di approfondire questi aspetti di una religione che a noi cristiani e cattolici sembra agli antipodi. Diventerai il mio consulente per i problemi della fede”. “Senti Olivia. Mi è venuta un’idea. Facciamo un salto alla Quebrada, dopo cena, a vedere l’ultimo spettacolo di tuffi della sera. Ti va?”. Olivia rispose che erano anni da quando aveva visto l’ultima esibizione. Il cameriere ossequioso servì la cernia con un contorno leggero di fagiolini e di piccole patate al forno. Lo SUV attraversò Acapulco velocemente grazie a un lampeggiante giallo che l’autista aveva posto sul cruscotto. I turisti americani che si avventuravano sulle strisce bianche dei passaggi pedonali dovevano far un salto indietro per non essere investiti. In Mexico non valevano le regole del codice della strada che non era rispettato da alcuno. Contava invece la legge del più forte. E quel SUV nero e superblindato era la quintessenza del potere seguito com’era da un’altra fuoristrada. Le tre guardie del corpo dell’onorevole Gutierrez si fecero largo tra le centinaia di persone che assiepavano le terrazze per assistere allo spettacolo di tuffi della notte. Olivia e il suo anziano amante trovarono uno spazio riservato vicino al parapetto. I turisti venivano tenuti lontani dai due. La Quebrada in spagnolo significa gola, burrone. È una spaccatura della costa nella quale si insinua il mare. I tuffatori che si esibivano lanciandosi dagli speroni di roccia che arrivavano sino ai 35 metri, facevano parte de La Quebrada Cliff Divers. Si dividevano i biglietti e le mance delle migliaia di turisti che affollavano ogni giorno i punti di osservazione. L’atleta doveva calcolare l’esatto momento in cui lanciarsi in un tuffo ad angelo che coincideva con l’ingresso dell’onda nella gola.
Ogni tuffatore si faceva il segno della Croce prima di gettarsi nel vuoto. Ormai si erano lanciati i più giovani da altezze diverse seguiti nella loro arrampicata libera sulle pareti del burrone dalle fotolettriche che illuminavano a giorno la scena. La vista dei giovani corpi abbronzati coperti da costumi da bagno ridotti che venivano stretti col cordino prima del tuffo mandava in sollucchero stuoli di donne di ogni età. L’ultimo tuffo era quello da trentacinque metri di altezza. Quella sera a lanciarsi era stato scelto il famoso Balboa. La fotocellula lo avvolse in un alone di luce. Balboa era piccolo, un corpo certo non statuario. Ogni sera insieme ai colleghi rischiava la vita per un pugno di dollari. Da quando la Quebrada Cliff Divers era stata fondata nel 1934 per difendere dallo sfruttamento i giovani tuffatori, qualche decina erano morti. Balboa si aggiustò il costume rosso mentre si sistemava sullo sperone di roccia. Salutò il pubblico agitando il braccio e chiedendo un applauso che scrosciò dai punti di osservazione e dal bar ristorante. Segno di Croce, qualche secondo di sospensione e poi si gettò nella Quebrada in un armonico tuffo ad angelo. Le telecamere dei turisti lo seguirono fino al suo impatto nell’onda che sopravveniva dall’ingresso della gola. Balboa penetrò nell’acqua in un punto quasi a ridosso della roccia, rischiarato dai fari. E riemerse poco dopo salutato dagli applausi della gente che cominciava a sfollare. Si arrampicò sul costone di roccia e riapparve sul parapetto proprio dove si trovava appoggiata Olivia che gli batté le mani e gli disse “Bravo!” “Grazie, señorita” sorrise l’omino. “Andiamo a vedere da dove si buttano”. Disse Edmundo Gutierrez e si diresse verso la scalinata che conduceva alla piattaforma dove si radunavano i tuffatori.
I turisti avevano lasciato la Quebrada e anche i tuffatori si erano ormai allontanati dopo l’ultima esibizione. Il giorno dopo sarebbe stato ancora più impegnativo a causa dell’oceano molto mosso. Ma la Madonna di Guadalupe li proteggeva. Edmundo Gutierrez tenendo per mano Olivia che si faceva trascinare sul bordo del cliff, le indicò la postazione dalla quale si era appena tuffato Balboa. “Edmundo, per favore: soffro di vertigini. Torniamo indietro”. C’erano delle sedie di plastica e Olivia e l’onorevole Gutierrez sedettero ad ammirare lo spettacolo della luna i cui raggi si riflettevano sulla baia e rendevano argentata l’onda che si insinuava nella fenditura. “Che notte fantastica!”, disse Edmundo. Su un tavolo di fronte a loro era appoggiato un secchiello pieno di ghiaccio nel quale troneggiava una bottiglia di Moet-Chandon. “Beviamo a noi e al nostro amore”. Cominciò a riempire due flutes e ne porse uno a Olivia che guardava l’oceano che si avventava ritmicamente nella gola e poi si ritraeva. Dopo il primo bicchiere fu la volta di un secondo che Olivia cercò sorridendo di rifiutare senza riuscire a scoraggiare il suo amante. “Edmundo, mi vuoi brilla? Lo sai che non tengo l’alcool”. “Questa, Olivia, è una serata speciale per noi. Non voglio ‘se’ e ‘ma’. Devi fare quello che ti chiedo per amore mio”. L’onorevole messicano tirò fuori dalla tasca interna della sua sahariana un astuccio d’argento che aprì e depose sul tavolo. Preparò due strisce di cocaina e utilizzando una cannuccia inserita nella scatola ne aspirò violentemente una. “Adesso tocca a te, Olivia”, disse porgendo il tubetto d'argento all’amante. “Edmundo: sai che mi sono disintossicata in quella clinica in New Mexico. Non posso, credimi”. “Stasera devi farlo, perché te lo ordino”. La voce di Gutierrez aveva assunto un tono minaccioso d’improvviso, lasciando da parte l’atteggiamento mieloso di pochi minuti prima. L’occhiata feroce del messicano, convinse Olivia a prendere in mano la cannuccia e a sniffare il contenuto della striscia. Poi si rilassò appoggiandosi allo schienale della sedia e assaporando il terzo bicchiere di champagne che Gutierrez le aveva di nuovo versato. Passarono alcuni minuti senza parlare, mentre alcool e droga cominciavano a far sentire i loro effetti. Il silenzio era rotto solo dal rumore della risacca. Le onde dell’oceano si andavano facendo sempre più alte. Gutierrez fece un cenno al suo assistente che si avvicinò e porse al maturo impreditore un lettore di dvd. “Olivia, metti la cuffia. Voglio farti vedere una cosa interessante”. La giovane donna guardò con sorpresa Gutierrez e obbedì fregandosi il naso. Sul piccolo schermo apparvero le immagini di Olivia e Michael impegnati in una notte di sesso estremo. El Sol de Acapulco la mattina successiva aprì con la notizia di sette trafficanti di droga uccisi e decapitati da una gang rivale. E all’interno la storia di una giovane turista americana precipitata nella Quebrada al termine dell’ultimo spettacolo di tuffi. Le autorità di polizia, dopo gli accertamenti medici, avevano dichiarato che la donna doveva aver perduto l’equilibrio intossicata com’era per droga e alcool.
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