sabato 9 maggio 2015

Capitolo 32 del giallo "WDC sotto traccia"

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“Welcome to Santa Monica-Palisades Lodge #307” diceva
la targa situata al 926 del Santa Monica Boulevard, una moderna
costruzione che conteneva anche alcune camere con
bagno per 'fratelli' in visita da altri stati della Federazione o
dall’estero.
L’ospite si presentò al primo piano dove già alcuni fratelli
sedevano sulle poltrone dell’ingresso in attesa dell’apertura
della stated communication della Loggia.
Sguardi distratti da parte dei più anziani. Un giovane
gli venne incontro sorridendo e gli chiese in cosa poteva
essergli utile.
A sua volta l’ospite sorrise e disse: “Sono un fratello libanese.
Ho qui con me le lettere della mia Grand Lodge che
attestano il mio ‘good standing massonico”. Con chi devo
parlare? Chi è il vostro segretario?”.
Il giovane fratello gli disse di attendere e gli indicò una
poltrona prima di entrare all’interno del tempio. Dopo qualche
minuto uscì insieme a un altro massone di mezza età.
“Sono il segretario della Loggia. Bene arrivato. Posso vedere
i tuoi documenti, please?”.
L’ospite tirò fuori dalla sua borsa alcuni fogli che il segretario
esaminò.
“Bene arrivato tra noi, fratello Habib Fareh. Il nostro meeting
inizierà tra poco. Puoi prendere un apron, un grembiule
di cortesia, da quella scatola messa accanto al libro delle presenze
dove puoi registrare il tuo nome e quello della loggia di
appartenenza all’obbedienza della Gran Loggia del Libano”.
“Grazie”, rispose l’arabo, “Ma preferisco indossare il mio
apron che ho qui nella mia valigetta”. Varcata la soglia del
tempio prese posto al ‘sud’, nella fila di poltrone vicine al
Junior Warden.
Prima di dare inizio al rituale di apertura il Maestro Venerabile
della Loggia si avvicinò a Habib Fareh salutandolo
con simpatia. Poi salì i tre gradini dell’Oriente e messo sul
capo il cilindro batté un colpo di maglietto e iniziò il dialogo
secondo il rito York con il primo e il secondo ‘Sorvegliante’.

“Caro Fratello, rimani con noi per il nostro buffet. Una
cosa modesta, ma è un modo per stare ancora insieme”, disse
il Maestro Venerabile della Loggia.
Nella sala era stata allestita, come di consueto al termine
dei lavori dell’officina, una sfilata di panini, patatine, insalata,
gelato, maionese che i fratelli mettevano tutti insieme,
dolce e salato, in un solo piatto.
Habib Fareh prese un disgustoso panino al prosciutto, una
busta di patatine, un bicchiere di Pepsi e si mise a sedere
al tavolo del Maestro Venerabile, dove altri sei già avevano
preso posto.
“Sei qui per lavoro o per turismo?” chiese il capo della
loggia.
“Per lavoro. Sto cercando un appartamento da comprare
in Arizona, a Lake Havasu, dove voglio aprire uno studio
fotografico. Ho una grossa esperienza in questo settore”.
Il Maestro Venerabile sorrise. “Ho la persona che fa per te,
se non hai trovato già qualche agente immobiliare”. E rivolto
al tavolo accanto disse a uno dei commensali: “Kevin, forse
puoi essere di qualche aiuto al nostro fratello libanese”.
Un pò sorpreso Kevin, uno dei più noti agenti immobiliari
di Santa Monica, si avvicinò al tavolo del Maestro Venerabile
e scambiò una stretta di mano con l’arabo.
“Hi, Fratello in cosa posso esserti utile?”.
Fissarono di vedersi il giorno dopo nello studio di Kevin
sulla Promenade street, la strada chiusa al traffico di Santa
Monica, dove si esibiscono gli artisti da strada più bravi d’America.

“Ma che ci vuoi andare a fare a Lake Havasu?” chiese con
aria impertinente Kevin, allungando i piedi sulla scrivania
mentre tirava una boccata al sigaro Havana.
“Domanda più che lecita”, rispose Habib. “Partendo da
Lake Havasu voglio documentarmi su come sono stati realizzati
questi enormi invasi artificiali che danno acqua a tre
stati. E soprattutto alla California che, altrimenti, morirebbe
di sete. È stata fatta una violenza alla natura, al deserto, con
dei risultati sconvolgenti. Qualcosa di simile è stato fatto con
le dighe sul Tigri e l’Eufrate, Quella costruita da Ataturk in
Turchia ha dato vita a un grande territorio con incremento
delle coltivazioni. I vostri tre laghi sul Colorado hanno creato
grandi comunità turistiche e sono una inesauribile fonte di
produzione di energia elettrica, garantendo l’approvvigionamento
di acqua agli assetati abitanti del Nevada, Arizona e
California”.
“Il mondo è bello perché è vario”, commentò Kevin. “Penso
di poterti essere d’aiuto perché come agente immobiliare
sono autorizzato a esercitare anche in Arizona”.
Si mise a consultare il laptop.
“Credo di avere trovato qualcosa di interessante. Vieni
qui vicino. Ecco, vedi: questo grande loft è situato nel cosiddetto
Villaggio Inglese, a poche decine di metri dal London
Bridge, la copia del ponte di Londra voluta dall’imprenditore
McCulloch, quello noto per le seghe a motore. Ma famoso
anche perché con i suoi motori vennero costruiti i primi gokart.
Ti piacciono i gokart?”.
“Ad essere sincero non mi interessano proprio. Comunque
vedo dalle foto che si tratta forse di una buona soluzione per
quello che sto cercando. Come si potrebbe fare?”.
“Senti: visto che sei un fratello e visto che voglio prendermi
un giorno libero ti ci porto io. Dobbiamo partire subito
perchè ci sono 300 miglia da fare. Dormiamo al London
Bridge Resort. Domattina vediamo il loft. Se ti va concludiamo
il tutto e io ritorno a LA nel pomeriggio”.
“Ti sottoponi a una tremenda sfacchinata... ”.
“Lo faccio volentieri per aiutarti in pieno spirito massonico.
Tra mezz’ora partiamo, OK?”.
“Va bene”.

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